Interviste

3 domande a Sarino Piccirilli, direttore generale di Mister Temp’ in Italia

3 domande a Sarino Piccirilli, Direttore Generale di Mister Temp’ in Italia

1. È recentemente diventato Socio Gold della Chambre. Che cosa può apportare la Chambre a un’azienda come Mister Temp’?

Essere la filiale italiana di un gruppo francese particolarmente innovativo e dinamico su un mercato maturo – il mercato dell’Interim ha più di 60 anni in Francia – e concorrenziale, significa voler lanciarsi al di là dei confini, rapidamente e bene. Sin dall’inizio, abbiamo avuto bisogno di un servizio di «supporto»: dall’ufficio alle informazioni HR, differenze a livello legislativo, soprattutto per avere contatti e capire il mercato. Per tutto questo, la Chambre rappresenta una «facilitatrice», una rampa di lancio.

La presenza della Chambre è anche una garanzia di stabilità a livello politico ed economico. L’abbiamo visto in questi ultimi mesi e l’intervista di Denis Delsespaul al TGCOM 24 di febbraio è un bell’esempio.

Diventando Soci Gold vogliamo andare più lontano, far parte del mondo degli Affari della Chambre, facendo tesoro di tutto ciò che offre, come le attività di networking, la condivisione di esperienze, di valori, di opinioni, per capire di più le sfumature e il cuore di questo bel paese che è l’Italia. Tutto questo ci permetterà di integrarci meglio. Da soli si va più veloci, ma insieme si va sempre più lontano.

2. Ha lanciato Mister Temp’ in Italia nell’ottobre 2018. Secondo la vostra definizione: «Non è una semplice agenzia per il lavoro». In che cosa si differenzia?

MisterTemp’ è una soluzione d’interim multicanale francese lanciata nel 2017 da Alexandre Pham e Rémy Sultan, co-fondatori del Gruppo d’interim Alphyr (lanciato nel 2009). Rappresenta il frutto di un approccio che combina gli strumenti digitali più moderni del mercato a un savoir-faire di più di 10 anni nel lavoro temporaneo. A seconda del bisogno dei suoi clienti, Mister Temp’ propone sempre una soluzione adatta: dal 100% digitale per i bisogni più semplici, ad un approccio più classico per quelli che hanno bisogno di un processo di reclutamento completo.

In Francia, la rete del gruppo conta 101 agenzie fisiche e i legami sono sempre più forti tra quelle e la nostra offerta digitale. In Italia, abbiamo 6 filiali oggi – a Milano, Bergamo, Firenze, Torino e Roma – e 25 collaboratori. Non siamo una semplice start-up. Dietro, c’è un gruppo francese solido, con una storia, un progetto e ci accorgiamo che rappresenta un veicolo per i nostri clienti.

La nostra visione resta la stessa: posizionare l’uomo al centro delle nostre attività. L’azienda cliente e il dipendente hanno sempre a che fare con lo stesso consulente per assicurarsi un monitoraggio individualizzato e una qualità di servizio ottimale.

La nostra missione è facilitare l’incontro tra le offerte e le richieste di lavoro. Non basta avere le qualificazioni tecniche per trovare un lavoro. Spiega in parte la carenza di talenti. I reclutatori hanno per tanto tempo cercato il profilo «ideale» tecnicamente, che entra nel profilo-tipo del cliente. Ma un candidato ha anche un potenziale, delle capacità a far evolvere, un’esperienza passata, una volontà o anche una passione che non si leggono in un curriculum. Secondo noi, il buon candidato è definito da una combinazione interpersonale, sociale, di competenze di comunicazione, di tratti di carattere o di personalità; di atteggiamenti personali e tecnici, insomma.

Il nostro scopo è quello di posizionare l’uomo al centro delle nostre preoccupazioni partendo dal principio che ogni candidato che ha voglia di lavorare ha un posto che lo aspetta «da qualche parte». Partiamo sempre dal candidato.

3. Qual è la particolarità del mercato del lavoro in Italia in confronto a quello francese?

Come dei cugini, il mercato del lavoro in Italia presenta delle similitudini con quello francese ma allo stesso tempo delle differenze importanti. Le prime similitudini si riscontrano nell’alta percentuale dei lavoratori impiegati con il salario minimo: lo Smic in Francia e la Convenzione collettiva CCNL in Italia.

O ancora il tasso di disoccupazione, il numero di occupati al ribasso nel settore industriale e in crescita in quello dei servizi.

In termini geografici, il contesto del lavoro in Italia varia molto di più da una regione e principalmente tra il Nord e il Sud.

Altra differenza: l’evoluzione della legge che riguarda il lavoro. Nell’ultimo decennio il diritto del lavoro francese si è sviluppato verso una maggiore flessibilità, attraverso lo sviluppo di contratti a tempo determinato, il lavoro part-time e la comparsa del contratto a tempo indeterminato interinale. Sarebbe difficile considerare a priori il diritto del lavoro come un ostacolo al lavoro.

In Italia invece, la grande complessità del diritto del lavoro può essere percepita come un ostacolo alla «buona gestione» del mercato del lavoro. Il nuovo decreto dignità ne è un esempio.

Il mercato dell’interim in Italia è inoltre il mercato francese di 20 anni fa. È nato più tardi nella penisola (nel 1997) mentre è comparso nel 1954 in Francia. Risultato: siamo ancora molto nelle competenze tecniche, il profilo deve vivere vicino alla fabbrica anche se ha competenze inferiori. In Francia, la mobilità è molto più forte.

Ultimo punto, in materia di ricerca di lavoro al tempo dei social: diventa più che necessario avere una buona visibilità nel settore desiderato. Però in Italia, vediamo tutti giorni che le relazioni personali rimangono fondamentali. La raccomandazione e altre conoscenze moltiplicano le chance di trovare un lavoro.

Marie-Astrid Roy

Direttrice Lepetitjournal

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