Attualità imprese
Le startup in fase growth e i round di finanziamento
In Italia nei primi 6 mesi del 2021 sono cresciuti gli investimenti in startup: numeri promettenti ma non ancora sufficienti. Un articolo di Leyton.
Il primo semestre del 2021 ha visto un forte incremento degli investimenti in favore di startup italiane: sia per quanto riguarda numero dei round (112 operazioni) che per sull’incremento anno su anno (+49%).
Secondo Venture Capital Monitor, il dato si riflette anche in termini assoluti del valore dei deal, con un ammontare di circa 778 milioni € (vs i 237 del primo semestre 2020) se si considerano anche le gli investimenti in realtà estere ma con founder italiani.
Il dato mostra un importante incremento del contributo dei Business Angels, del Venture Capital ma soprattutto del Corporate Venture Capital: questo sottolinea come le corporate siano sempre più attente alle startup più promettenti e al contempo rappresentino un’ulteriore possibilità di crescita del sistema dell’innovazione.
L'Early Stage in Italia ha visto 436 milioni di € investiti in 128 round, confermando l’importanza di questa tipologia di funding per le startup in crescita, specialmente in un mondo globalmente competitivo, rivelandosi un’importante leva di innovazione per imprese più consolidate e spesso altrimenti meno reattive.
Questi dati aprono la strada a considerazioni sul finanziamento delle startup. È probabile che oltre ad una maturazione del settore abbiano contribuito gli incentivi e gli sgravi fiscali sugli investimenti in startup innovative, ma è necessario non accontentarsi di questi risultati e andare oltre, se si considera che in Europa molti altri stati sono molto più virtuosi e rischiamo di posizionarci in fondo alla classifica degli investimenti, specie in fase Early-Growth.
Purtroppo, in Italia, il problema del finanziamento di una startup e di idee imprenditoriali innovative promettenti è uno dei principali ostacoli allo sviluppo di nuovi modelli di business vincenti.
Ogni startupper sa bene che la raccolta di finanziamenti occupa gran parte delle energie di una startup durante tutto il proprio ciclo di vita, dalla nascita alla maturità. È fondamentale capire ed individuare le tipologie di risorse più adeguate necessarie ad ogni fase di sviluppo e mercato; da qui tutti gli approfondimenti sugli investimenti pre-seed di FFF (Family, Friends and Fools) e poi Early Growth con Business Angels, fino a round Serie A e B (e anche ulteriori).
Tralasciando i primi, durante le fasi successive di sviluppo, le startup si concentrano sul modello di business, sul marketing e la strategia necessaria per la validazione prima e l’espansione dopo, anche su mercati esteri: queste attività richiedono finanziamenti sempre più importanti, di solito grazie a Venture Capital.
Per un founder che cerca le risorse necessarie a consolidare la propria idea imprenditoriale (spesso disruptive), dopo aver validato il business model, le attività per cercare di ottenere un finanziamento di Serie A assorbono la gran parte del tempo e delle energie. Queste risorse finanziarie saranno utili e focalizzate al lancio di nuovi prodotti, allo sviluppo della rete commerciale e di canali distributivi nuovi.
Solo dopo aver ottenuto questo si può passare al “Serie B”: un finanziamento complesso da ottenere vista la difficoltà di dimostrare la bontà delle prospettive future di crescita ma anche di dettagliare i risultati ottenuti da replicare su altri mercati (per fornire ritorni agli investitori). È qui che si passa alla fase di scale-up: la startup nonsta più sperimentando, ma sta espandendo quello che ormai è una realtà consolidata, guadagnando quote di mercato e crescendo via via sempre di più. Va da sé che questo tipo di attività richiedano ingenti risorse e i capitali necessari che possono essere forniti da soggetti consolidati e specializzati, visto che le valutazioni si aggirano sopra ai 10 milioni di €.
In Italia, oggi, i numeri legati a questo tipo di investimenti sono ancora troppo piccoli e portano a deal con valutazioni mediamente inferiori e un’offerta con minori disponibilità finanziarie per le startup, che si trovano però a competere in un mercato internazionale.
Mentre nelle prime fasi di lancio esistono strumenti di agevolazione più semplici da ottenere (anche se di dimensioni di solito contenute), con il crescere dell’impresa i founder si trovano davanti a complessità legate alla ricerca di un team che possa consentire l’execution e la necessità di risorse finanziarie anche nel momento in cui non si hanno ancora numeri per accedere ai canali tradizionali.
Con la crescita e lo sviluppo nelle diverse fasi successive, la startup si deve concentrare poi sulla validazione del modello per valorizzare la crescita e per farlo deve essere in grado di attirare i talenti necessari a farla diventare leader del proprio settore, così da convincere investitori nel fornire risorse. Come si è visto, convincere gli investitori e il mercato è fondamentale dimostrare le proprie capacità e la validità dell’idea, oltre che strategie di exit attuabili e differenziali.
Consulenze professionali qualificate possono permettere la costruzione di un sistema di partner consapevole e bilanciato verso una creazione di valore e possono consentire di facilitare le trattative con gli investitori, portando a maggiori vantaggi a livelli di finanziabilità, consentendo al contempo un’analisi approfondita di cosa possa offrire ciascun soggetto e quale sia più adatto nelle diverse fasi.
L’Italia ha appena imboccato la strada per lo sviluppo di un miglior ecosistema a livello di Paese ed ora diventa sempre più importante lavorare per consentire alle startup di abilitare la leva dell’innovazione anche presso le corporate, portando a una crescente competitività italiana sul mercato internazionale.
Marco Pozzi
Start-Up Product Leader – Leyton Italia