3 domande a Rosario Ambrosino, CEO di ELIOR ITALIA

  • In qualità di Socio Gold della CCI France Italia, secondo Lei, che cosa può apportare la Chambre a un’azienda come Elior ? Perché le relazioni con la Chambre sono importanti?
  • Se consideriamo che Elior è un’azienda dallo spirito e dal capitale francese sul territorio italiano, riteniamo che far parte della comunità d’affari della Chambre sia molto significativo.

    La CCI France Italie è un’entità molto attiva e presente, dal mio punto di vista sono due i vantaggi più importanti che la Chambre offre ai suoi soci: da un lato, è in grado di facilitare le relazioni con le aziende francesi che operano sul territorio italiano grazie ai numerosi incontri di networking che organizza nel corso di tutto l’anno, dall’altro la presenza di un’istituzione come la Chambre in Italia consolida il rapporto tra le culture manageriali dei nostri due paesi, uno scambio che permette di comprendere sempre di più le loro sfumature, le loro diversità ma anche le loro analogie e similitudini. La condivisione di questi valori consente di acquisire e affinare la propria capacità manageriale in relazione a business di tipo diverso.

  • Qual è il processo di evoluzione a cui Elior, che rappresenta attualmente il Gruppo leader della ristorazione collettiva in Italia, ha assistito dal 1954 ad oggi?
  • Le nostre radici risalgono al 1954. Siamo partiti con la gestione della ristorazione all’interno dei cantieri navali di Genova quando sono stati avviati i primi contratti con quella che poi negli anni è diventata Ristochef, poi Avenance e infine Elior. Nel 2004 inizia la strategia di crescita del gruppo Elior in Italia, attraverso un processo di acquisizioni che fa sì che questo gruppo di aziende (IGM, Concerta, Copra, Gemeaz e infine Hospes), diventi l’attuale gruppo Elior, il più grosso della ristorazione collettiva in Italia con un fatturato di 600 milioni, 600.00 pasti serviti al giorno in oltre 2.200 ristoranti e punti vendita.

  • Andando oltre l’alimentazione e la ristorazione collettiva, Elior agisce per un futuro responsabile e sostenibile: aderisce al Global Compact delle Nazioni Unite sulla responsabilità sociale d’impresa e ha lanciato il « Positive FoodPrintPlan ». Quali sono le azioni concrete e le soluzioni innovative che ne risultano?
  • Il Positive Foodprint Plan, la strategia CSR del Gruppo Elior, si pone quattro obiettivi sostenibili da raggiungere entro il 2025: aiutare i nostri clienti a fare le giuste scelte alimentari per mangiare sano e con gusto; avere 10 ingredienti principali che soddisfino criteri di approvvigionamento locale e sostenibile; ridurre a zero lo spreco e sostenere la crescita dei collaboratori e lo sviluppo delle comunità locali ove siamo presenti.

    Concretamente, la nostra Food Academy interna ha come obbiettivo principale quello di studiare possibili innovazioni a livello di ingredienti, ricette e creazioni di menù che rispondano ai criteri non solo del buon gusto ma anche del mangiare sano, tenendo conto delle differenti esigenze nutrizionali a seconda delle fasce di età (bambini, adulti e anziani).

    L’aspetto nutrizionale è fondamentale: definiamo per ognuno percorsi alimentari chiari e bilanciati al fine di supportare uno stile di vita sano.

    L’azione più rappresentativa da questo punto di vista è uno strumento digitale disponibile per molti dei nostri ristoranti: una App permette di prenotare il pasto, controllare l’apporto calorico di ogni piatto, leggere consigli dietetici e nutrizionali rispetto alle linee guida della Dieta Mediterranea e molto altro ancora. Lo strumento è stato sviluppato in collaborazione con l’Istituto di ricerche Mario Negri.

    In merito alla sostenibilità in termini di riduzione del Carbon FootPrint cerchiamo di promuovere l’utilizzo di produzioni locali quindi di prodotti con la certificazione Carbon FootPrint.

    Altro punto di questo piano è la lotta allo spreco: Elior utilizza prodotti biodegradabili e con la prenotazione digitale cerca di ridurre al minimo la sovrapproduzione e quindi lo spreco alimentare. Eventuali eccedenze vengono recuperate e devolute ad associazioni di beneficenza o attraverso dei sistemi di recupero che permettono alle persone di portare gli avanzi a casa, come facciamo in alcune scuole.

    Infine, sul piano delle Risorse Umane, le nostre strutture compiono un grande lavoro di formazione costante per tutti i nostri 14.000 collaboratori su questi e altri temi fondamentali per il nostro business.

 

         Marie-Astrid Roy
         Direttrice Lepetitjournal.com/Milan

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