3 domande a Jérôme Salemi, General Manager di Air France in Italia

In occasione dell’inaugurazione dello scorso dicembre dei nuovi uffici di Air France-KLM e Delta a Milano, che accolgono il team commerciale del gruppo, intervistiamo Jérôme Salemi, General Manager del gruppo in Italia.

1.In qualità di socio Gold della CCI France Italie, secondo lei, che cosa può apportare la Chambre ad un’azienda come AIR FRANCE? Perché ritiene che le relazioni con la Chambre siano importanti?

Penso che sia importante che il gruppo Air France-KLM faccia parte della comunità d’affari franco-italiana della Chambre, spazio privilegiato dove è possibile rimanere costantemente aggiornati sulle notizie che riguardano le relazioni tra Francia e Italia, nonché condividere informazioni con le altre aziende socie e i principali attori degli ecosistemi dei nostri due paesi.

È molto interessante assistere agli eventi organizzati dalla Chambre e in particolar modo alle riunioni del Cercle d’Affaires, momenti di forte condivisione, scambio e apprendimento.

L’adesione di Air France rientra peraltro nel perimetro della nostra politica aziendale di responsabilità sociale e deriva dalla nostra volontà di partecipare attivamente e contribuire concretamente al sostegno della Chambre.

2.Quale ruolo svolge il mercato italiano per Air France? Quali opportunità di business offre l’Italia rispetto agli altri mercati d’Europa?

L’Italia costituisce un mercato chiave non solo per Air France, ma per tante altre imprese e in particolar modo per quelle francesi. Oltre ai rispettivi mercati domestici di Air France e KLM, ovvero la Francia e i Paesi Bassi, l’Italia si colloca al terzo posto per importanza, dopo UK e Germania.

Siamo presenti in 12 aeroporti d’Italia, dove abbiamo realizzato un fatturato pari a 450 milioni di euro circa.

Il mercato italiano assume un ruolo sempre più strategico e concorrenziale, laddove la compagnia aerea nazionale esercita al contrario un peso sempre meno rilevante.

Tutte le compagnie mondiali desiderano servire l’Italia con le loro linee aeree e se lungo la maggior parte delle rotte (verso la Cina, gli Stati Uniti e l’America Latina) le altre compagnie sono in grado di offrire voli diretti, quella italiana incontra in questo senso maggiori difficoltà, dovute non solo alle criticità finanziarie ma anche alle dimensioni limitate della sua rete.

Il nostro obiettivo è vendere l’insieme dei voli della nostra rete a lungo raggio (300 destinazioni nel mondo) che raggiunge un ampio spettro di paesi. Dall’Italia, le nostre principali destinazioni sono La Havana (Cuba), Lima e New York.

 

3.Qual è la strategia che Air France-KLM ha oggi in mente per estendere il proprio sviluppo nella Penisola?

Abbiamo delineato una strategia di sviluppo sui generis in Italia, da un lato perché si tratta di un mercato chiave, dall’altro perché a marzo 2017 abbiamo messo fine a un partenariato strategico che legava Air France-KLM ad Alitalia. Quest’ultimo prevedeva una condivisione di costi e ricavi su tutti i voli tra la Francia e l’Italia e tra l’Italia e i Paesi Bassi. Dal momento che le nostre compagnie sono nel frattempo diventate concorrenti, abbiamo reintrodotto i nostri aerei nella Penisola e aperto un discreto numero di rotte. Due anni fa, KLM ha esteso le proprie rotte verso Catania, Genova e Cagliari, mentre Air France ha introdotto l’anno scorso nuove rotte verso Catania, Bari e Cagliari.

Nel 2019, passeremo da 12 a 14 aeroporti serviti in Italia e prevediamo l’introduzione di voli stagionali su tre nuove rotte: Napoli-Amsterdam per KLM e Olbia-Parigi (CDG), Palermo-Parigi (CDG) per Air France. Una buona notizia per il settore del turismo italiano che sarà in grado di attrarre ancora più Francesi in Italia nel 2019, dal momento che si tratta di destinazioni frequentate durante le vacanze estive.

L’altra novità di quest’anno riguarda l’aggiunta di un’ulteriore frequenza per le partenze da Milano Malpensa verso Parigi.

Il 2019 sarà un’annata storica per Air France-KLM con una crescita prevista nell’ordine del 6%, rispetto agli anni precedenti in cui si attestava intorno all’1-3% circa.

Manteniamo in ogni caso il partenariato con Alitalia sull’America del Nord (dove operiamo insieme al nostro partner Delta) e ci auguriamo che Alitalia rimanga all’interno di SkyTeam per poter continuare a lavorare e cooperare insieme.

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